L’ INTARSIO è un’ “otturazione indiretta“, fatta dal laboratorio, che si utilizza quando non è possibile eseguire un’otturazione standard poichè la materia dentale sana è troppo poca, ma ricorrere a una capsula sarebbe troppo drastico, destruente ed invasivo. Si utilizza principalmente per i denti posteriori (molari e premolari), dove è più comune che la cavità da trattare sia di grandi dimensioni.
Questa procedura si sviluppa in sole due sedute. Nella prima, dopo la rimozione della carie, della vecchia otturazione difettosa, o dell’antiestetica amalgama, la cavità del dente (vitale o devitalizzato) viene preparata. Nella stessa seduta, viene anche presa l’impronta di precisione in silicone, da inviare al laboratorio.
Nel frattempo la cavità viene temporaneamente chiusa con una pasta provvisoria.
Nella seconda seduta, a distanza di una settimana/dieci giorni, si procede all’applicazione dell’intarsio, subito dopo averlo stabilizzato con del cemento composito che serve ad eliminare ogni spazio intermedio. In questo modo si riduce il rischio di infiltrazione batterica e si favorisce un aspetto omogeneo ed esteticamente molto naturale.
L’intarsio dentale protegge il dente rendendolo più resistente distribuendo uniformemente il carico masticatrio, inoltre gli permette di recuperare la sua estetica, garantendo maggiore longevità ai denti trattati.
I vantaggi dell’intarsio non finiscono qui: è realizzato senza metalli (a differenza delle vecchie otturazioni in amalgama e delle corone con struttura metallica) e con i materiali più biocompatibili in circolazione. Inoltre, se realizzato in composito (il materiale utilizzato per le otturazioni), qualora si volesse successivamente “mettere ancora mano” al dente trattato, questo sarebbe molto più agevole rispetto a una corona definitiva in ceramica, in quanto questo dispositivo è sondabile esattamente come una normale otturazione o il dente originale.
L’unico “neo” dell’intarsio dentale è il costo; infatti costa generalmente di più di un’otturazione standard, ma comunque la spesa è di circa la metà rispetto a quella per una capsula in ceramica, fornendo un’ottima alternativa intermedia tra le due lavorazioni.